Truffa delle auto usate con chilometraggio falsificato: come difendersi

Qualche semplice consiglio per evitare di acquistare un’auto usata con contachilometri falsificato.

La pratica di falsificare il contachilometri delle auto usate è probabilmente vecchia quanto l’automobile. Da sempre, purtroppo, alcuni proprietari o venditori disonesti manomettono il contachilometri “togliendo” migliaia di chilometri, per rendere più appetibile sul mercato la vettura. Ovviamente si tratta di una vera e propria truffa, perché si va ad alterare il prodotto in vendita per ottenere un profitto maggiore. Ricordiamo che la legge italiana considera questa pratica unreato di rilevanza penale, punibile con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa da 51 a 1032 euro (Art. 640 Codice Penale).

Data la diffusione del fenomeno, è bene imparare a difendersi sviluppando una consapevolezza che ci aiuterà ad individuare e, possibilmente, evitare di venire truffati. Si può infatti imparare a leggere gli indizi e i segnali che rivelano una incongruenza tra il chilometraggio dichiarato dal venditore e quello reale. Ovviamente si tratta solo di consigli utiliper evitare incauti acquisti, mentre per avere la certezza di una manomissione sono necessarie indagini spesso difficili anche per i professionisti.

1)  La prima cosa da valutare è la corrispondenza tra chilometraggio e età della vettura. Le auto private percorrono mediamente 20.000 km all’anno, quindi se l’auto in vendita ha 5 anni dobbiamo aspettarci un chilometraggio nell’ordine dei 100mila chilometri, se ne ha 10 ce ne aspetteremo 200mila. Se la percorrenza dichiarata è di molto inferiore, abbiamo un primo indizio. E’ utile sapere che la falsificazione media è di circa 50.000 chilometri (un valore che consente di aumentare il prezzo di vendita anche di diverse migliaia di euro), quindi se ci sono dei sospetti possiamo aggiungere questa cifra per ottenere un valore verosimile.

E’ fondamentale richiedere sempre le ricevute dei cambi dell’olio e delle revisioni, qualora siano stati effettuati anche dei tagliandi. Queste fatture possono essere una preziosissima fonte di informazioni, perché spesso riportano il chilometraggio della vettura al momento dell’intervento in officina: si può così ricostruire uno storico della vettura e sapere quanti chilometri sono stati percorsi negli intervalli di tempo. Se la documentazione è molto scarsa, i sospetti aumentano. Se invece è esaustiva (con eventuali riferimenti ai riparatori) significa che il venditore non ha nulla da nascondere.

Alcune officine utilizzano anche degli adesivi, da attaccare sul finestrino o sulla portiera, in cui vengono riportati i chilometri al momento dell’operazione effettuata. Se i chilometri dichiarati dal venditore sono inferiori a quelli dell’ultimo intervento, ci si è ovviamente imbattuti in una truffa. E’ bene fare attenzione che le ricevute non siano cancellate o non ci siano adesivi incollati: potrebbero essere state a loro volta alterate assieme al contachilometri. Richiedere sempre il libretto di circolazione originale, che dovrà mostrare i segni del tempo coerenti con l’età della vettura. Se è troppo nuovo, è possibile che sia un falso o sia stato sostituito, aumentando i sospetti.

Dal momento che si stanno spendendo dei soldi, sarebbe opportuno investire un po’ di tempo e denaro per indagare sui precedenti proprietari. Si può consultare il Pra (Pubblico Registro Automobilistico) per conoscere il numero dei precedenti proprietari e l’importo delle precedenti transazioni (se il valore con gli anni aumenta invece che diminuire l’auto potrebbe essere stata “schilometrata”). Il servizio (detto “visura su targa per proprietari”) è disponibile tramite l’Aci o le agenzie di pratiche auto. Se l’auto è d’importazione è consigliato richiedere la documentazione disponibile e il documento d’acquisto.

Un altro indizio può venire dal contachilometri stesso. Alcuni produttori, nel tentativo di limitare le manomissioni, lo programmano affinché appaia uno spazio di colore diverso o un asterisco quando viene alterato. Un truffatore esperto non farebbe mai un errore del genere, ma un dilettante alle prime armi potrebbe tradirsi in questo modo.

Altri sospetti possono venire dal grado di usura della pedaliera, del pomello del cambio e del volante. A seguito di uso intenso tendono a scolorirsi e a smussarsi (in particolare il pedale del freno). Se il chilometraggio dichiarato è basso, è bene insospettirsi.

Anche l’usura degli pneumatici può indicare un’alterazione, soprattutto per auto recenti e con pochi chilometri. Se ad esempio la vettura ha una percorrenza dichiarata di 40.000 chilometri, dovrebbe montare ancora le gomme originali e queste dovrebbero avere uno spessore del battistrada sufficientemente profondo (mediamente almeno 1,6 cm). Se invece sono più usurate, il chilometraggio potrebbe essere molto superiore al dichiarato.

Postato il 09 novembre

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