FRENATA DELL’AUTO CHE SI GUIDA DA SOLA

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Dubbi sull’auto autonoma: i colossi frenano

Apple, Google e BMW, si pongono il problema della redditività di progetti così impegnativi sul piano dei costi.

STRATEGIE RIVISITATE – Nelle scorse settimane ha fatto notizia un’inchiesta dell’agenzia Bloomberg (ripresa e sviluppata anche dal New York Times) secondo cui la Apple avrebbe messo la sordina al progetto di una auto “della mela” con guida autonoma, da cui si parlava da parecchio tempo. La sordina in questione non è un fatto di comunicazione, ma ben di più. In pratica la casa di Cupertino avrebbe ridotto drasticamente lo staff di tecnici, arrivato a quasi un migliaio di addetti, che erano impegnati nel progetto. Per inciso, la riduzione sarebbe avvenuta attraverso numerosi licenziamenti.

CAMBIO OPERATIVO – Del resto che le cose non stessero andando come programmato e sperato lo si era potuto supporre a luglio, quando la Apple aveva proceduto a un avvicendamento al vertice della divisione “auto autonoma”, affidando la responsabilità del progetto a un manager nuovo, che poi tanto nuovo non era, visto che si tratta di Bob Mansfield, un “veterano” della Apple richiamato in servizio per cercare di mettere sui binari l’idea dell’auto della Mela. Il cambio al vertice era un segnale forte sulle intenzioni di ripensamento a proposito degli obiettivi. E lo sfoltimento degli organici pare sia la prima conseguenza di detto “ripensamento”. Secondo le indiscrezioni (non ci sono comunicati ufficiali) l’azienda informatica americana avrebbe modificato la sua strategia relativa al mondo dell’automobile: non più puntare alla realizzazione di un’auto completa, sia pure in collaborazione con un costruttore collaudato, ma cercare di mettere a punto e produrre sistemi concepiti per essere impiegati per la guida autonoma. Un business che è oggettivamente più vicino al know how e al core business della Apple. Una situazione magari non così netta come quella della Apple ma comunque anch’essa sintomo di problemi, la sta vivendo la Google Car, cioè l’auto a guida autonoma facente capo al colosso di Google. Dopo anni di sperimentazione, anche in questo caso avrebbe prevalso l’opinione di limitarsi alla produzione di software e moduli informatici, piuttosto che affrontare il progetto della realizzazione della vettura.

ALLA RICERCA DI UNA STRATEGIA –  Cronache economiche dalla Germania riportano infine che anche la BMW sta attraversando una fase di incertezza sulla strada da scegliere per i progetti futuribili: lo sviluppo della tecnologia della BMW i3 e i8, fino ad avere una rivale da opporre alla Tesla.

Momento clou di questa strategia era stato poco tempo fa l’annuncio dell’accordo tra BMW, Intel e Mobileye per lavorare assieme sul progetto in questione.

Primo appuntamento concreto era la iNext, da lanciare nel 2021.

Vuole il caso però che nei giorni scorsi si sono diffuse le voci di una convocazione in massa del top management della casa bavarese, ciò in vista di una riscrittura del programma elettrico/guida autonoma.

A quanto se ne sa, la riunione cercherebbe di trovare una soluzione unitaria tra i manager che ritengono che si debba proseguire sulla strada avviata con la i3 e la i8, e altri invece che ritengono meglio ridurre le ambizioni in attesa che il mercato si dimostri più disposto a comprare le novità tecnologicamente più spinte.

LA SOLITA QUESTIONE – Perché la questione di fondo, praticamente per tutti e tre i casi citati, è quella economica, in particolare sulle reali prospettive commerciali di queste auto futuribili. In sostanza, la loro capacità di generare un fatturato (con relativi utili) adeguato ai grandi sforzi finanziari che richiedono. Come dire che in discussione ci sono le prospettive di quella che pure molto spesso viene definita come la via maestra dello sviluppo della mobilità automobilistica. Perché in qualsiasi business tutto può essere autonomo, meno che la capacità di fare quattrini, pena il fallimento dell’iniziativa. E se non c’è la  convinzione che ciò sia possibile, è inevitabile l’arresto dei progetti. Nel caso dell’auto autonoma, in favore di un’ipotesi meno globale (cioè la produzione dell’intera vettura) e più rivolta alla messa a punto dei moduli necessari all’auto “che si guida da sola”.

Postato il 14 settembre

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