L’Ivass segnala sette siti irregolari di assicurazioni auto

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Il fenomeno delle assicurazioni auto false non conosce crisi. Per questo l’Ivass, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, invita a non abbassare il livello di guardia e segnala alcuni siti che forniscono polizze false o non valide, che non danno di conseguenza nessuna copertura per il veicolo in caso di sinistro. Oltre a questo, l’automobilista che contrae una di queste polizze irregolari è inconsapevolmente esposto alle sanzioni previste per la violazione dell’articolo 193 del Codice della Strada (che obbliga ad avere l’RC Auto) con il rischio di multe da 849 euro a 3.396 euro e il fermo del mezzo.

Per arginare il fenomeno, l’Ivass ha provveduto a segnalare attraverso un proprio comunicato ben sette siti che non forniscono copertura assicurativa regolare. Eccoli in dettaglio:

  • aronaassicurazioni.com
  • brokerbressan.site
  • cremoneseassicurazioni.com
  • polizzarc.com
  • sheltiaassicura.com
  • sicurezzabrokere.com
  • subitoassicurarca.com

Inoltre, l’Istituto raccomanda di fare attenzione alle offerte assicurative con proposte via telefono, online oppure via Whatsapp. E’ bene ricordare inoltre che il pagamento di premi con carte ricaricabili o prepagate è irregolare, così come il pagamento a persone o società non presenti negli elenchi di società autorizzate, rilasciati dall’Ivass.

I siti internet o i profili social degli intermediari italiani che svolgono attività online devono sempre indicare:

  • i dati identificativi dell’intermediario;
  • l’indirizzo della sede, il recapito telefonico, il numero di fax e l’indirizzo di posta elettronica
  • certificata;
  • il numero e la data di iscrizione al Registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi nonché l’indicazione che l’intermediario è soggetto al controllo dell’IVASS.

I siti o i profili Facebook (o di altri social network) che non contengono le informazioni sopra riportate non sono conformi ed è elevato il rischio di polizze contraffatte.

Per gli intermediari con sede nello Spazio Economico Europeo (SEE), abilitatati ad operare in Italia, il sito internet deve riportare, oltre ai dati identificativi, il numero di iscrizione nel Registro dello Stato membro di origine, l’indirizzo di posta elettronica, l’indicazione dell’eventuale sede secondaria e la dichiarazione di abilitazione all’esercizio dell’attività in Italia con l’indicazione dell’Autorità di vigilanza dello Stato membro di origine.

Postato il 29 agosto

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