Arrivano le colonnine di ricarica per auto elettriche ogni 50 km sulle autostrade nazionali

Una concreta evoluzione verso lo sviluppo della mobilità elettrica, che per compiere nuovi passi avanti necessita di una diffusione sempre più capillare delle infrastrutture per la ricarica. In virtù di un emendamento alla legge di Bilancio 2021, in fase di discussione e che deve essere approvata dal Parlamento entro il 31 dicembre 2020, sulle autostrade nazionali dovranno essere installate nuove colonnine per la ricarica ultrarapida di auto elettriche.

Di seguito gli elementi essenziali della proposta, approvata dalla Commissione Bilancio alla Camera:

  • distanza minima fra gli “hub” di ricarica sulle autostrade: 50 km
  • installazione delle infrastrutture: a cura dei concessionari nelle rispettive tratte di competenza.

Principale obiettivo dell’emendamento è la garanzia, a tutti i possessori di auto elettriche, di poter utilizzare in tutta tranquillità la rete autostradale italiana, con tempi di ricarica più rapidi e, di fatto, avere la possibilità di affrontare viaggi anche di notevole lunghezza.

L’emendamento indica, relativamente alla timeline, un termine di 60 giorni, dopo che la legge di Bilancio 2021 sarà approvata, affinché le società concessionarie rendano pubbliche le caratteristiche e le specifiche tecniche delle nuove colonnine da installare (viene indicato che la singola potenza dovrebbe essere di almeno 22 kW, dunque di tipo “Fast”); e 180 giorni per il montaggio ed il collegamento alla rete delle infrastrutture. Qualora i concessionari non dovessero provvedere, chiunque ne faccia richiesta potrà farsi carico dell’installazione. In questo caso, la società che già detiene in concessione la tratta specifica dovrà pubblicare, entro un limite di trenta giorni, un bando per la selezione dei candidati, in base a determinate caratteristiche (tecniche e commerciali) che mettano in evidenza le potenzialità qualitative, in termini di efficienza e di erogazione dei servizi che sarebbero proposti.

Più che di una novità in senso assoluto, l’emendamento al quale la Commissione Bilancio alla Camera ha dato il proprio “disco verde” costituisce più una indicazione rivolta ad un programma di potenziamento delle infrastrutture di ricarica sempre più articolato e rigoroso, atto a superare un “impasse” che non preveda delle penali (cosa che, al contrario, darebbe l’effetto opposto: allungare a dismisura i tempi a causa di contenziosi che si trascinerebbero “sine die”), come da tempo tutti gli “elettro-automobilisti” si attendono. In effetti, l’obbligo alle società concessionarie di installare le colonnine di ricarica lungo le tratte autostradali c’è da tempo (fa riferimento al DL n. 257 del 2016, nel quale si indica l’imminente 31 dicembre 2020 quale data massima per l’adempimento).

Tuttavia, come evidenzia il deputato del MoVimento 5 Stelle Giuseppe Piazzese – uno dei firmatari dell’emendamento insieme ai colleghi pentastellati Andrea Giarrizzo, Luca Sut e Giovanni Vianello – sono pochissimi, negli anni, gli “hub” di ricarica installati lungo le arterie ad alta percorrenza, tanto che ad oggi l’unica autostrada sulla quale si possa viaggiare in elettrico con tranquillità è la A22 del Brennero. Dunque: tempi certi, e obbligo di affidare a società terze la possibilità di provvedere all’installazione delle colonnine ad almeno 50 km l’una dall’altra in caso di inadempienza dei concessionari.

L’emendamento che fissa nuove disposizioni per una presenza decisamente più elevata di colonnine per la ricarica lungo le autostrade nazionali è una delle principali novità in discussione per lo sviluppo della mobilità elettrica: fra queste, si ricorda la recentissima proposta di incentivo per l’acquisto di nuove auto a zero emissioni (in aggiunta, a sua volta, alle agevolazioni per le nuove auto aventi emissioni di CO2 inferiori a 135 g/km, di cui molto si è parlato nella prima metà di dicembre) che prevede uno sconto del 40% (anche senza obbligo di rottamazione) per l’acquisto di un’auto elettrica con prezzo di listino inferiore a 30.000 euro, ed a beneficio delle persone il cui Isee-Indicatore della Situazione Economica Equivalente, non superi 30.000 euro.

Postato il 13 gennaio

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